Srebrenica 25° anniversario
di Salvatore Calleri - sabato 11 luglio 2020 ore 07:37
Ogni civiltà ha i suoi orrori. Ogni civiltà ha i suoi buchi neri dentro ai quali ogni tanto è necessario guardare a fondo. Guardare per ricordare. Guardare per provare rimorso affinché certi errori non vengano più commessi. Guardare senza voltarsi dall'altra parte.
Parlo di Srebrenica in Bosnia dove dall'11 al 18 luglio del 1995 si è consumata, per i paesi europei, una delle più grandi tragedie: il genocidio di Srebrenica. Srebrenica era una città termale in cui i turisti dell'ex Jugoslavia si recavano. Era una città normale. Città normale fino all'avvento della folle guerra, dettata da una classe politica ex Jugoslava idiota e cavalcatrice di opposti nazionalismi iniziata nel 1991 in mezzo all'Europa, che porterà popoli interi ad un tutti contro tutti.
Serbi, croati, bosniaci croati e musulmani, kosovari ed all'inizio ed in modo incruento anche gli sloveni. Mi ricordo che tale guerra mi sconvolse. Era la prima guerra che vedevo da relativamente vicino... L'ex Jugoslavia in linea d'aria è ad un tiro di schioppo dall'Italia e soprattutto rimanevo colpito da un mio amico poco più grande del sottoscritto che partiva all'improvviso per portare aiuti umanitari alle popolazioni bosniache con le quali anche oggi è in contatto: Claudio Gherardini.
Guerra di cui non ho mai capito l'utilità visto che oggi tutte le realtà coinvolte mirano ad entrare in Europa. Guerra medioevale e moderna al tempo stesso con numerosi assedi e decine di massacri come quello di Srebrenica. Oltre ottomila uomini adulti e giovani portati via dai miliziani di Mladic davanti ad un'Europa impotente ed assente. Davanti a delle forze di pace olandesi prive di mezzi. E la zona si riempì di fosse comuni che puzzano tanto di nazismo. Fosse che ancora oggi vengon trovate. I morti ancora oggi vengono sepolti... Ben 775. Su Srebrenica abbiamo sbagliato. Sulla guerra nell'ex Jugoslavia abbiamo sbagliato. Ogni porzione di popolo piange ancora i propri morti e li ricorda. Partiamo da qui per non dimenticare il nostro errore... Errore europeo.
Salvatore Calleri