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Attualità martedì 21 dicembre 2021 ore 09:14

Massorondinaio, braccio di ferro con la proprietà

Dopo i pronunciamenti sull'impianto esistente, il Comitato procede relativamente al nuovo progetto per i rifiuti speciali: "Per noi basta disagi"



SCARPERIA E SAN PIERO A SIEVE — Riassumendo molto: hanno già dato in termini di rumorosità ed emissioni subite e ora non intendono più farlo. Così i cittadini della zona di Massorondinaio continuano la loro azione di segnalazione e denuncia nei confronti dell'impianto di lavorazione inerti esistente nell'area e vanno avanti, anche, procedendo nei confronti del nuovo progetto presentato dalla proprietà per il recupero di rifiuti inerti non pericolosi: "Quindi non si parla più di soli inerti ma di rifiuti speciali, alcuni dei quali con codice a specchio, quindi necessitanti di particolari controlli per verificare la non esistenza di sostanze che li possano qualificare come pericolosi secondo la legge".

Il braccio di ferro con la proprietà insomma continua, rinfocolato anche dalle prese di posizione della stessa che, secondo il Comitato, chiede tutele anche da parte dell'amministrazione: "Consideriamo inaccettabile la richiesta" della proprietà, scrive il Comitato di Massorondinaio in un'articolata nota, "affinché le pubbliche amministrazioni intervengano a sua difesa. La pubblica amministrazione - ricordano i cittadini - non ha come compito prendere la parte di qualcuno in particolare ma solo di rilasciare autorizzazione e verificarne il rispetto e allo stesso tempo tutelare la salute pubblica".

Il Comitato rivendica i propri diritti saldo nelle sue istanze: "Tornando all’impianto di lavorazione inerti, se i cittadini continuano a sentire rumori ed emissioni anomale hanno diritto di segnalarlo alle autorità competenti, spetterà poi a queste trarre conclusioni e se le conclusioni saranno favorevoli alla ditta ne prenderemo atto". 

Sinora, i residenti hanno incassato sostegno alle loro perplessità anche da parte del difensore civico regionale. Sull'ipotesi di nuovo impianto, poi, "i cittadini, come è nei loro diritti costituzionali, hanno deciso di impugnare la decisione della Regione di non applicare la Valutazione di Impatto Ambientale (Via) ordinaria, formulando una serie di rilievi precisi che saranno oggetto di valutazione del Tar Toscana".

"Uno dei motivi principali del ricorso - spiegano - si fonda sul dato ex lege che il nuovo impianto è industria insalubre di prima classe e quindi deve essere collocato in modo più distante possibile dalle zone abitate, salvo dimostri di non recare nocumento. Ebbene ad oggi il procedimento di valutazione ed ora di autorizzazione di questo nuovo impianto non ha avuto, da parte dell’Asl competente, un pronunciamento motivato sulla non insalubrità dello stesso nella situazione specifica in cui verrà collocato". 

"Non casualmente il Difensore Civico della Regione Toscana lo scorso 22 Settembre scrivendo a Comune di Scarperia e San Piero nonché alla Azienda Usl Toscana Centro ha affermato: “Le ulteriori richieste di approfondimento avanzate dal Comitato in data 14/06/2021 al Comune di Scarperia e all’Azienda Usl dovranno essere doverosamente e attentamente valutate nell’ambito dei lavori istruttori del procedimento di Aua dell’impianto, nell’ambito del quale si invita l’Amministrazione comunale ad acquisire il parere dell’Azienda sanitaria in merito a tutti gli aspetti di competenza, come evidenziato dal Comitato”.

"Necessaria premessa è che i disagi (rumori, emissioni polverose) sono avvertiti dalle singole persone da anni ed è logico che occorrerebbe più rispetto verso persone che vivono in questa zona". Anche perché, sottolinea il Comitato: "I residenti avrebbero meglio da fare che perdere tempo e denaro nell’esporre alle autorità competenti i loro disagi, se lo fanno è perché i disagi esistono, d’altronde la stessa giurisprudenza dimostra che a prescindere dalla esistenza di regolare autorizzazione si possono produrre emissioni sgradevoli per chi abita vicino ad impianti industriali, non a caso esiste ad esempio il reato di disturbo della quiete pubblica a prescindere dal rispetto di specifici limiti di emissione sonora previsti da leggi e autorizzazioni".

Già l'ordinanza 69 del 22 Gennaio 2019, richiama il Comitato, "sul preesistente impianto di produzione bitumi, pur sospendendo la revoca dell’ autorizzazione all’impianto, affermava: si richiamano le parti alla necessità di massima leale collaborazione nell’ottica della risoluzione delle problematiche emerse, il che impone di ricercare soluzioni tecniche che consentano di minimizzare i pregiudizi rappresentati dagli abitanti della zona senza necessariamente bloccare l’esercizio dell’attività economica".

E ancora: "Regione Toscana e Arpat dovranno quindi, attraverso una interlocuzione con le parti private, specificare i profili tecnici che dovranno essere meglio indicati nel progetto [...], onde consentirne la valutazione, e comunque rappresentare gli accorgimenti ritenuti idonei a superare le criticità riscontrate". Infine: "Le parti private dovranno procedere alla integrazione del progetto presentato e tener conto delle indicazioni rappresentate dalla Regione e da Arpat".

I cittadini traggono da questi pronunciamenti maggiore spinta: "Quindi il Tar, non i cittadini, ha riconosciuto i disagi esistenti e la necessità di affrontarli con un progetto di revisione dell’impianto. Progetto di revisione molto impegnativo per la società tanto che alla fine non è mai stato portato a termine ed anzi si è chiesto una revisione della vigente autorizzazione facendo cessare il ciclo del bitume da parte dei nuovi gestori".

"Non solo, a conferma che le questioni poste dai cittadini residenti sono tutt’altro che pretestuose si veda la nota del Dipartimento della Prevenzione Ufc Igiene e Sanità Pubblica Setting Mugello (protocollo n° 149206 del 12 dicembre 2018) dove, sia pure partendo dalla necessità di una valutazione di impatto sanitario dell’impianto si affermava nella parte finale: Per una valutazione complessiva delle caratteristiche dei disturbi derivanti dall’attività delle ditte presenti nell’area non si potrà trascurare i disturbi derivante dal rumore e dalle polveri emesse [...] e peranto si rinnova l’invito a Codesta Amministrazione [...] ad una approfondita analisi in merito ai progetti di sviluppo del Comune di Scarperia e San Piero eventualmente ricercando soluzione logistiche che permettano la prosecuzione dele attività delle ditte del territorio e garantiscano il benessere dei cittadini che abitano nelle vicinanza della zona in oggetto”.

Insomma, i residenti della località Massorondinaio "vogliono solo non subire più disagi ambientali e sanitari e difendono il loro diritto alla salute pubblica". Quindi, in caso il nuovo impianto venisse autorizzato e il Tar respingesse il loro ricorso, invita la società proprietaria a condurlo "nel rispetto della legge, delle prescrizioni autorizzatorie e della qualità della vita di chi vive intorno all’impianto".


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