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Attualità lunedì 09 agosto 2021 ore 11:20

Massorondinaio, i residenti fanno ricorso al Tar

Il Comitato di Massorondinaio ha reso noto di avere presentato ricorso al Tribunale amministrativo contro la Valutazione ambientale strategica



SCARPERIA E SAN PIERO — Il Comitato di Massorondinaio è tornato ad alzare la voce con 37 cittadini dell’abitato di San Piero a Sieve che hanno firmato il ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro la Valutazione Ambientale Strategica relativa alla realizzazione del nuovo impianto di recupero di rifiuti inerti non pericolosi.

Il ricorso ha ad oggetto "l’annullamento del decreto della Direzione Ambiente ed Energia, Settore Valutazione Impatto Ambientale - Valutazione Ambientale Strategica - Opere Pubbliche di Interesse Strategico Regionale della Regione Toscana, n. 7031 del 29 Aprile 2021 avente ad oggetto “D.Lgs. n. 152/2006 art. 19 L.R. n. 10/2020 art. 48. Procedimento di verifica di assoggettabilità di competenza regionale relativo al progetto di un nuovo impianto di recupero di rifiuti inerti non pericolosi, nell’ambito di un sito produttivo esistente, posto in Via Massorondinaio n. 12/A, Comune di Scarperia e San Piero. Proponente: Piandisieve S.r.l. Provvedimento conclusivo”.

Il ricorso è stato depositato al Tar Toscana in data 21 Luglio 2021 con RGR n. 906/2021.

Il Comitato ha spiegato in una nota che nell’area industriale "Si sono collocate una accanto all’altra ben tre industrie insalubri: un impianto di frantumazione inerti da cava, un impianto di asfalto (attualmente autorizzato ma non attivo) e un impianto di calcestruzzo. Questa pianificazione territoriale ha determinato la contiguità di un’estesa area con industrie insalubri di prima classe (classificate tali secondo Decreto Ministeriale del 05 settembre 1994) e l’intero paese millenario di San Piero a Sieve; poche centinaia di metri di distanza separano le strutture sportive e il più esteso parco pubblico del paese dagli impianti di produzione industriali e nei primi anni 2000 è stata autorizzata la creazione di un villaggio residenziale immediatamente a ridosso dell’area industriale. Adesso si è concluso lo screening di assoggettabilità a VIA relativo ad un nuovo progetto di impianto nella stessa zona industriale di Massorondinaio: un impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi. Con questo screening la Regione Toscana ha analizzato la potenziale lesività ambientale del nuovo impianto e ha deciso che il progetto analizzato non richiede che una sommaria valutazione degli impatti, senza necessità di un approfondimento in sede di VIA ordinaria degli impatti potenziali su ambiente e salute".

La Regione Toscana "Ha emesso un provvedimento - sottolinea il Comitato - che addirittura rinvia ad una fase successiva, cioè alla fase autorizzatoria vera e propria, questioni da approfondire in merito a ricadute ambientali".

Alcuni cittadini assistiti dal giurista ambientale Marco Grondacci, l’avvocato Piera Sommovigo e il geologo Francesco Ceccarelli, si sono attivati per avere notizie sull'impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi.

I cittadini spiegano in una nota "Si tratta di un impianto di vagliatura e frantumazione (frantoio mobile) di ben 166.000 tonnellate di rifiuti speciali; in entrata non arriveranno soltanto calcinacci ma anche materiali con classificazione di codice a specchio (vedi tabella dei codici rifiuto qui). Quindi arriveranno materiali la cui possibilità di inviare a frantumazione è affidata alla azienda esercente l’attività di recupero, la quale dovrà fare analisi analitiche a campione prima di inviare a frantumazione. Si tratta quindi di materiali in entrata la cui pericolosità è determinata dalle quantità di inquinanti in essi contenuti e quantomeno si tratta di materiali di difficile gestione".

Il ricorso presentato dai cittadini punta il dito sulla localizzazione a poche centinaia di metri dalle abitazioni. 

"La scelta della collocazione - a detta del Comitato - avrebbe richiesto un approfondimento in ordine a tutte le informazioni utili a valutare la compatibilità degli interventi, tenendo conto soprattutto della cumulabilità degli effetti rispetto anche agli altri impianti presenti nell’area. Il Comitato di Massorondinaio sostiene infatti che un approfondimento progettuale completo sarebbe stato possibile unicamente nella procedura di analisi di impatto ambientale della VIA ordinaria e non in una mera fase di integrazioni e chiarimenti quale prevista nella valutazione sommaria dello screening di assoggettabilità a VIA a cui la Regione si è arrestata. Le problematiche attinenti sia al rumore, sia all’emissione del PM10, agli effetti cumulativi, alla compatibilità urbanistica dell’impianto e alla possibile interferenza con i pozzi ad uso acquedottistico, avrebbero richiesto un adeguato esame e riscontro in un esaustivo studio di impatto ambientale di VIA ordinaria".

Il Comitato di Massorondinaio che rappresenta un movimento spontaneo di residenti chiede allo stesso tempo "un riciclo compatibile con il benessere dell’ambiente e della salute dell’abitato di San Piero a Sieve".


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