Attualità mercoledì 30 settembre 2015 ore 17:12
Expo, "Tutelare e valorizzare il tartufo"

E' quanto emerso a incontro con istituzioni, esperti, organizzazioni agricole e associazioni di categoria. Preservare e tutelare le aree tartufigene
MILANO — Di questo si è dibattuto lunedì all'Expo di Milano all'incontro
nazionale "Il tartufo come risorsa del territorio italiano: strategie e
progetti per la sua tutela e valorizzazione", con la presenza
qualificata di esperti e operatori del settore, rappresentanti di
istituzioni ed enti pubblici, organizzazioni agricole e associazioni di
categoria di diverse regioni italiane, tra cui, Piemonte, Marche,
Umbria, Toscana ed Emilia Romagna.
Ad organizzarlo l'Unione montana dei Comuni del Mugello e la Federazione regionale degli Ordini dei dottori Agronomi e dottori Forestali della Toscana.
Ha introdotto i lavori il presidente Consiglio nazionale dei dottori
Agronomi e Forestali, e da poco presidente mondiale degli Agronomi e
Forestali, Andrea Sisti mentre per l'Unione dei Comuni Mugello
è intervenuto il dirigente del Settore Agricoltura e Foreste Giovanni
Miccinesi che ha illustrato il progetto di tutela, promozione e
valorizzazione del tartufo che è stato realizzato nel territorio
mugellano. E che, all'incontro, è stato riconosciuto tra i più positivi
ed efficaci insieme a quello sperimentato a Modena.
"Il tartufo è un prodotto di alto pregio e una risorsa per i territori, lo è per l'importanza economica che riveste e come indotto nei settori turistico, gastronomico e fieristico. Abbiamo colto l'occasione unica e irripetibile dell'Expo - sottolinea il presidente dell'Unione montana dei Comuni del Mugello Federico Ignesti -, per mettere a confronto le esperienze territoriali realizzate in Italia e condividere azioni di tutela e valorizzazione del tartufo e dei territori di produzione, a partire dall'esperienza sperimentata in Mugello che è stata riconosciuta come una delle più virtuose ed efficaci. Esperienza - conclude - che può essere un contributo per l'aggiornamento delle normative".
L'esperienza del Mugello, insomma, potrebbe
essere presa a "modello" a livello nazionale: in particolare, si è
partiti dall'analisi degli ambienti naturali di crescita dei tartufi e
delle problematiche sulla perdita di superfici tartufigene, per poi
realizzare una mappatura e una perimetrazione delle tartufaie locali -
550 ettari censiti di tartufo bianco e 1800 ettari del nero - fino a
identificarle, nell'area principale di produzione, come zone tutelate
negli strumenti urbanistici dei Comuni di Barberino, Borgo San Lorenzo,
Scarperia e San Piero, Vicchio.
In seguito, sono state approfondite le conoscenze sulle altre componenti
della filiera del tartufo (dai cercatori ai proprietari dei terreni,
alle aziende agricole e agli enti pubblici) e sulle relazioni virtuose
che possono essere intraprese per tutelare, valorizzare e incrementare
la produzione della risorsa.
Più recentemente la Città Metropolitana di
Firenze ha esteso a tutto il territorio provinciale l'analisi delle
problematiche e la mappatura delle tartufaie naturali e coltivate, ed
esperienze simili sono state condotte nelle province toscane di Arezzo,
Pisa e Siena.
Dall'incontro tenutosi all'Expo è emersa la volontà di istituire un
tavolo tecnico nazionale sul tartufo che serva ad armonizzare le diverse
normative regionali in materia e ad elaborare una proposta di modifica
delle norme nazionali da presentare a governo e Parlamento.
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