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Imprese & Professioni martedì 02 aprile 2019 ore 16:49

Il Mugello attende un Valentino Rossi competitivo e candidato al titolo

​Mancano poco meno di due mesi al Gran Premio d’Italia ospitato come sempre dall’Autodromo Nazionale del Mugello, un grande classico del calendario MotoGP dal 1991. 



MUGELLO — Dal 2002 il circuito dell' Autodromo Nazionale del Mugello ha avuto due bandiere ricorrenti in cima al podio di fine gara: quella italiana di Valentino Rossi fino al 2008, con ben sette vittorie consecutive, e quella spagnola di Pedrosa, Jorge Lorenzo (6 vittorie) e Marquez. Nel mezzo una vittoria nel 2009 dell’australiano Casey Stoner e nel 2917 di Andrea Dovizioso su Ducati.

Solo 3 gare e il Circus del Motomondiale tornerà in Italia per la sua quinta tappa che si terrà il 5 giugno. Prima di allora i piloti passeranno per i circuiti del GP degli Stati Uniti, poi Jerez de la Frontera in Spagna e infine Le Mans in Francia. Sarà un percorso già decisivo per comprendere chi si candiderà seriamente alla vittoria del campionato e chi potrà competere fino alla fine per le prime posizioni. Ovviamente la domanda che i tifosi tricolore, soprattutto quelli dalle parti del Mugello, si fanno è: che chance hanno i piloti italiani?

Non si può che non partire da Valentino Rossi, ormai un’istituzione vivente di questo sport non solo in virtù di un palmarès da 9 titoli mondiale, 115 vittorie e 233 podi, ma anche e soprattutto per i 40 anni che si porterà a spasso per tutte le tappe del campionato, dove sarà celebrato di tappa in tappa da grande idolo qual è. In bel ritratto di Federico Principi su Ultimo Uomo che parla dell’evoluzione comunicativa di Vale46, su come ha dovuto regolarsi in base alla suo fama spropositata fama, e c’è anche un passaggio puntuale sul fatto che già parlare ancora di Rossi in termini di possibile candidato al titolo è straordinario, ma non è un caso: “Il fatto che Rossi sia arrivato a 40 anni compiuti come un candidato ancora credibile per vincere il titolo mondiale in MotoGP fa riferimento all’altra sfera che lo ha reso immortale, quella della sua incredibile longevità. Un lato del suo talento sviluppatosi attraverso un lungo processo di maturazione e completamento, che lo porta ora a sfidare l’ennesimo record: in 70 anni di storia nessun pilota di almeno 38 anni di età ha mai vinto un titolo mondiale in 500 o in MotoGP, mentre lui stesso è già il più anziano vincitore di una gara in MotoGP (38 anni e 128 giorni, ad Assen 2017).

Il fatto di essere restati un anno senza le vittorie dell’uomo dei record rende i tifosi nervosi come muscoli in tensione, scalpitanti. Tutti sperano che il secondo posto nel GP di Argentina sia solo il prologo del prossimo sigillo del campione di Tavullia. Ma realisticamente quante possibilità ci sono che Valentino arrivi al Mugello con ancora tutte le chance di vittoria del campionato intatte. Su questo tema il futuro del 46 della Yamaha si intreccia con quello di un altro pilota italiano: Andrea Dovizioso. In sella alla Ducati il Dovi ha già portato a casa la prima gara dell’anno (Qatar) e segue da presso Marc Maquez in classifica a soli 4 punti di distanza (Rossi è a 14 lunghezze). Anche quest’anno la Ducati sembra imbattibile sui rettilinei con una velocità di punta superiore a tutte le altre, la sfida però resta aperta sulle curve dove la Desmo esce fortemente ridimensionata e subisce l’agilità di Honda e Yamaha.

Già in Texas i due italiani dovrebbero tornare a farsi valere, pur essendo nettamente in testa nei pronostici lo spagnolo Marquez (con buona pace dei bookmakers che ne sostengono la causa con queste quote qui). Diverso invece sarà a Jerez de la Frontera e Le Mans. Il GP di Spagna è una gara tutta curve che potrebbe fare male alla Ducati e bene a Valentino che ha sempre mostrato grande feeling con l’asfalto iberico: 6 vittorie, l’ultima nel 2016. Anche in Francia Rossi ha stabilito degli ottimi risultati conquistando diverse volte negli ultimi anni il podio, ulteriore indizio che al Mugello Valentino potrebbe tornarci, se non proprio da leader, da candidato al titolo.

Sono sogni e fantasie da tifoso che VR46 un po’ ci ha imposto facendoci credere una favola possa anche non finire mai, la speranza è sempre quella di vedere almeno un pilota italiano vincere su un circuito italiano e magari spezzare il lungo monopolio spagnolo. Meglio ancora se a farlo fosse una straordinaria leggenda di 40 anni suonati.     


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