Attualità

Chiediamo scusa a Aya

L'associazione progetto accoglienza scrive una lettera in ricordo del ragazzo di 14 anni morto nella galleria di Vaglia. Stava andando verso nord

Una storia triste, che ci mette d'avanti la dura realtà dei giovani migranti che arrivano in Italia, da soli e senza sapere a chi rivolgersi o cosa fare. 

Questa la è la storia di Aya, così è stato chiamato dall'associazione progetto accoglienza il ragazzo di 14 anni, morto nella galleria di Vaglia nel cuore del Mugello. 

"Evoca un nome femminile - si legge nella nota dell'associazione -, ma l’Africa è prima di tutto donna ed Aya rappresenta anche una categoria di sfruttati. Aya, il primo migrante morto durante la “traversata” del Mugello.

Il giovane era fuggito da Ragusa, ma prima era fuggito da uno dei tanti pezzi di Africa dove crescono, oltre alla popolazione, solo la guerra, la fame e la desertificazione.

"E pensiamo - continua la lettera - ad Aya che, se si fosse fermato o se qualcuno, incontrandolo, gli si fosse fatto prossimo, sarebbe potuto essere un altro ragazzo di quattordici anni del Mugello, a scuola con i nostri ragazzi, a giocare con loro, un altro ragazzo dei nostri". 

"Chiediamo scusa ad Aya per non averlo visto, per non averlo incontrato o per esser passati oltre. Ci sarebbe stato posto anche per lui nel Mugello, in mezzo a noi. Noi che non ci accorgiamo, nella nostra frenetica e comoda vita che ci sono persone intorno che bussano alle nostre porte o che semplicemente ci passano accanto, ma che noi non vediamo".