Attualità

I ritrovamenti di Poggio Colla in mostra

Sarà visitabile fino al 31 dicembre a Palazzo Panciatichi a Firenze, la mostra “Scrittura e culto a Poggio Colla: un santuario etrusco nel Mugello”

L’esposizione ospita reperti inediti di inestimabile importanza culturale e storica che, come ha rilevato il presidente del Consiglio Regionale, Eugenio Giani nel corso dell’inaugurazione, fanno del Mugello “un’area del territorio che riserva notevoli sorprese: in cui è nata la pittura moderna con Giotto, il Rinascimento con Beato Angelico, la spiritualità con Lorenzo Milani, il cesello con la presenza di Cellini”.

Nella mostra sono esposti numerosi oggetti ritrovati a Poggio Colla ed è stato dato particolare risalto all'ultimo incredibile ritrovamento: la Stele di Vicchio, una stele di pietra arenaria risalente al VI secolo a.C. che riporta una lunga iscrizione, probabilmente un testo sacro in lingua etrusca di grande rarità e di importanza significativa per lo studio della civiltà etrusca.

La pietra, scoperta proprio nel sito di Poggio Colla a luglio 2015, nell’ultima settimana dell’ultima campagna di scavi, è alta poco più di un metro, pesa 227 chili, ed è tra i più lunghi esempi di scrittura etrusca mai ritrovati. Faceva parte di un tempio sacro che 2500 anni fa venne demolito per far spazio a uno più grande. La mostra ospita in tutto 10 pezzi e vuole gettare luce sul periodo più antico del santuario etrusco del Mugello.

“L'archeologia - spiega il l sindaco di Vicchio, Roberto Izzo - sta diventando un settore molto importante per tutto il Mugello. Il ritrovamento della Stele di Vicchio è stata una scoperta fondamentale che permetterà agli studiosi di svelare molto sulla civiltà etrusca. Gli scavi di Poggio Colla grazie al Prof Warden sono diventati importantissimi. Per questo, oltre al museo di Dicomano, che resta e resterà a livello di zona il museo archeologico in cui esporre i nostri reperti più importanti, ci piacerebbe poter realizzare all'interno del Castellotto di Vespignano, un centro di studio e ricerca sul materiale archeologico ritrovato nel nostro scavo. Un progetto ambizioso che stiamo portando avanti assieme alla Soprintendenza e all'Unione dei Comuni, ed alle Università concessionarie dello scavo. Certamente una ricchezza per tutto il territorio mugellano”.