Attualità

Niente nuove strutture per accogliere i migranti

Il prefetto di Firenze, Giuffrida, ha assunto l'impegno a non attivare nuove strutture di accoglienza in Mugello, fino a che non si renderà necessario

“E’ stato assunto l’impegno – che qui si conferma- a non attivare nuove strutture nel Mugello finché si avrà la possibilità di far fronte alle assegnazioni di richiedenti la protezione internazionale, disposte dal Ministero dell’Interno, con centri di accoglienza ubicati altrove”.

Così scrive il prefetto Alessio Giuffrida al sindaco di Firenzuola Claudio Scarpelli lo scorso 20 luglio. 

“Allo stesso modo – prosegue la lettera - si è però sempre chiarito che nel momento in cui le disponibilità nelle altre zone dovessero esaurirsi, si sarà costretti a prendere nuovamente in considerazione le soluzioni individuate nel Mugello”. 

La nota così si conclude: “Si auspica pertanto che gli accordi fra i sindaci maturati in Città Metropolitana possano sfociare nella concreta individuazione di ulteriori strutture di accoglienza, in numero sufficiente a far fronte alle necessità delle prossime settimane ed equamente distribuite nell’intero territorio provinciale; se tuttavia si dovesse palesare l’esigenza di attivare un centro di accoglienza straordinario nel comune di Firenzuola, si avrà cura di darne preventiva notizia.”

Il prefetto Giuffrida ritiene opportuno rendere noto ciò ha scritto al primo cittadino in relazione a quanto riferito oggi da organi di stampa circa l’utilizzo delle strutture nel comune di Firenzuola. Nella lettera si sottolinea, inoltre, che finora sono stati compiuti tutti gli sforzi possibili per mantenere il modello di accoglienza diffusa sulla base degli accordi fra i sindaci, maturati nella primavera del 2015 in Città Metropolitana, in modo da garantire un’equa distribuzione di migranti e strutture. 

L’elevato numero di arrivi di richiedenti protezione internazionale, giunti in questi ultimi giorni (nelle sole giornate del 20 e 21 luglio ne sono arrivati in Toscana circa 400), ha portato alla necessità di rivedere i piani di accoglienza.