Lavoro

"Alla Rifle una situazione da macelleria sociale"

Dai consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra, Fattori e Sarti, una netta presa di posizione contro i piani della nuova proprietà di Rifle

“Dal momento in cui è entrato nel capitale aziendale un fondo di investimento svizzero - hanno dichiarato i consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori e Paolo Sarti -, la situazione della Rifle è peggiorata rovinosamente. A questo punto serve chiarezza: si dica esplicitamente se c’è un futuro per l’azienda o se ci troviamo di fronte ad un’operazione speculativa nata solamente per lucrare sullo storico marchio di jeans”. 

La situazione è cambiata da tre mesi a questa parte, da quando la Rifle ha annunciato l’acquisizione del 44 per cento del proprio capitale da parte del fondo di investimento svizzero Kora Investiments.

“Da quel che abbiamo appreso - hanno aggiunto i due consiglieri -, l’azienda ha prospettato ai sindacati addirittura 20 esuberi sui 46 lavoratori occupati a Barberino del Mugello, compresi uffici, spaccio e negozio outlet. Cinque sono già stati licenziati, con la motivazione della ristrutturazione aziendale, fatto che mostra l’assoluto imbarbarimento del diritto di lavoro causato dal jobs act e dalle recenti sentenze della Cassazione. In assenza di un vero piano industriale, fatto di per sé sconcertante, chiediamo che questo passaggio venga quantomeno gestito diversamente, ad esempio ricorrendo agli ammortizzatori sociali, in modo da garantire un reddito e permettere ai lavoratori di accedere ai nuovi percorsi di formazione, come chiedono i sindacati. Ci sembra l’unico palliativo in questa macelleria sociale progettata dalla nuova proprietà della Rifle, che si lamenta dell’età media degli occupati a Barberino, considerata troppo elevata per il mondo della moda: ma l’età media è di 46 anni!”.